QUARTETTO di Francesco Nappa @ Quinquennale, Gerboni, Rodriguez, Benevelli (saxofoni)


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QUARTETTO Nuova creazione di Francesco Nappa.
Vittorio Quinquennale (sax soprano), Marco Gerboni (sax alto), Emiliano Rodriguez (sax tenore), Fabrizio Benevelli (sax baritono). Musica di Steve Reich e Philip Glass.

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Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra de Paris
Benjamin Pech, étoile dell’Opéra de Paris
Gaia Straccamore, prima ballerina del Teatro dell’Opera di Roma
Amar Ramasar, principal dancer del New York City Ballet
Alessio Carbone, primo ballerino dell’Opéra de Paris
Gaia Straccamore, prima ballerina del Teatro dell’Opera di Roma
Riccardo Di Cosmo, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma

 

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ARIA TANGO
Nuova creazione di Micha van Hoecke con musiche di Tango di Luis Bacalov, presente con il suo Quartetto.

IN THE NIGHT
Musica di Frédéric Chopin, Coreografia di Jerome Robbins

Venerdì 12 aprile ore 20.00, domenica 14 aprile ore 16.30, mercoledì 17 aprile ore 20.00, martedì 16 aprile ore 20.00

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Teatro delle Note feat Fabrizio Benevelli


Fondazione Arturo Toscanini – Teatro Regio di Parma
Concerti Aperitivo 2012/13
Incursioni nella musica e nella letteratura americana

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Alessandro Nidi (pianoforte e direttore), Fabrizio Benevelli (sax e clarinetto), Paolo Murena (percussione), Mario Mauro, Maurizio Daffunchio, Julia Geller, Franco Tomasi, Sabrina Fontana, Gianni Covezzi (violini), Sara Screpis, Carmen Condur (viole), Micaela Milone, Donato Colaci (violoncelli), Claudio Saguatti (contrabbasso).

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Musiche di Aaron Copland, Scott Joplin, Gerry Mulligan, Henry Mancini, George Gershwin, Elliott Carter, Philip Glass, John Cage, Vincent Youmans, Leonard Bernstein. Testi di Anonimi Pellerossa, D. Walcott, E. Allan Poe, L. Hughes, R. Carver.

Arrangiamenti di Franco Tomasi, letture a cura di Sabrina Fontana.

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La musica del Nuovo Mondo intrecciata agli altri linguaggi della poesia, prosa e arte visiva americane: questo è il canovaccio dello spettacolo che vuole in sintesi offrire, in un piccolo ma significativo caleidoscopio, la straordinaria offerta culturale di un mondo che si apriva, nel XIX e XX secolo, a persone di ogni provenienza. Una vera e propria “Babele”, quell’America, in cui, a prezzo di enormi sacrifici, si è imparato anche a convivere, a conoscere e a cercare la libertà.

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La musica del Nuovo Mondo intrecciata agli altri linguaggi della poesia, prosa e arte visiva americane: questo è il canovaccio dello spettacolo che vuole in sintesi offrire, in un piccolo ma significativo caleidoscopio, la straordinaria offerta culturale di un mondo che si apriva, nel XIX e XX secolo, a persone di ogni provenienza. Una vera e propria “Babele”, quell’America, in cui, a prezzo di enormi sacrifici, si è imparato anche a convivere, a conoscere e a cercare la libertà.

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Dal punto di vista musicale, quello offerto …’Dal Nuovo Mondo’ è un viaggio che si origina dalla musica e cultura dei Pellerossa per proseguire con i canti degli afroamericani (blues, spirituals) e approdare a quegli autori che hanno inventato stili originali per quanto, alla lunga, derivati dalla cultura europea. L’America degli States dunque come crocevia di culture che si intrecciano, si rapportano e producono il nuovo. I brani sono alternati alle letture scelte da autori significativi per stile ed identità della cultura americana.

…con Yuri Temirkanov


L’ esperienza con l’orchestra del Teatro Regio di Parma è stata fantastica: il grande Maestro Yuri Temirkanov ha reso straordinariamente i Quadri di un Esposizione di Mussorgky. Mi sono divertito molto.

 

GAZZETTA DI PARMA 17/02/2011

Non sono frequenti le serate in cui sembra di avvertire la musica come qualcosa che vola, impalpabile e avvolgente, come si fosse liberata dalle grinfie dello strumento che da generatore di suoni si trasformi in magico dispensatore di poesia. Il segno del grande interprete sta appunto nella capacità di operare tale trasformazione, si tratti del pianoforte, del violino o quant’altro ma pure di quello strumento ben più complesso che è l’orchestra, come ancora una volta ha saputo mostrarci Temirkanov dirigendo l’orchestra del Regio in un programma di estremo impegno; difficoltà che sono parse sciogliersi sotto la sua guida stimolante, con quella sua inconfondibile “segnaletica”, che ha ottenuto non solo l’ordine e la coesione indispensabili perché il discorso possa organizzarsi logicamente ma pure quella libertà grazie alla quale la musica può prendere il volo. Libertà nell’ordine potrebbe essere la cifra sintetica di questo grandissimo direttore, termini resi oltremodo eloquenti in un programma a lui familiare, tutto russo, come quello proposto l’altra sera. Ed è infatti proprio questa appartenenza alla propria cultura la matrice di un’autenticità, di una fedeltà interiore che nella sua visione si traduce in realtà sonora ricreata con quella felicità e quella naturalezza che agiscono da garanzia contro i tanti rischi celati in questa musica, l’enfasi, il colorismo troppo esposto, gli eccessi decadentistici o, per contro, la stilizzazione: il suo Caikovskij ascoltato in altre occasioni è l’esempio assoluto, come esemplare è stato il Rachmaninov del Terzo Concerto realizzato ora in perfetta intesa con un pianista di eccellente caratura quale Nikolai Lugansky; opera fin troppo consumata dal maluso, ancor oggi spesso impiegata come prova di forza per mani d’acciaio, l’altra sera ha ritrovato tutta la sua grandiosa eloquenza e insieme la sua poetica intimità attraverso una visione sinfonica la cui complessità Temirkanov è andato svelando seguendo e animando le imponenti ondate che plasmano l’inquieta struttura ma cogliendo al tempo stesso le inflessioni più segrete, quelle che lasciavano pure intendere con quale organicità il pianoforte – dopo il magico biglietto da visita del tema d’apertura, dal sapore gregorianeggiante  («un tema che si è scritto da sé» diceva Rachmaninov ) – si fa protagonista, con punte di virtuosismo trascendentale rimanendo pur sempre parte integrante di un tessuto così palpitante. Da ciò la necessità di un’intesa che l’altra sera si è rivelata straordinaria: Lugansky ha qualità pianistiche di grande rilievo ma pure una musicalità (è anche raffinato camerista) di cui la sua tecnica smagliante è chiaramente nutrita, nella qualità del suono, nella ariosità del fraseggio, nel modo di articolare certi dettagli. Festeggiatissimo ha offerto ancora una pagina di Rachmaninov, il visionario Preludio in sol diesis, dodicesimo dell’op.32. Altra prospettiva nella seconda parte con i «Quadri» di Musorgskij, pur rimanendo in Russia, una Russia più terrigna rispetto a quella di Rachmaninov che ha un occhio verso occidente, anche se l’orchestrazione di Ravel spoglia non poco la “russicità” che impregna genialmente l’originale pianistico per innescare invece la sfida tecnica, estrema per gli strumentisti quanto per il direttore; sfida che Temirkanov ha gestito con quel segno ineffabile, di rigore e di estro insieme, disegnando ogni quadro secondo il carattere scavato nella materia musicale più che nell’effetto illustrativo e con quell’autorevolezza alla quale i nostri esecutori hanno mostrato ormai una ben apprezzabile aderenza. Serata trionfale, accompagnata dall’augurio e dalla speranza che la presenza di Temirkanov si rinnovi con la stessa felicità.

…con Herbie Hancock & Lang Lang all’ Arena di Verona


Ho l’ onore di partecipare in orchestra al grande evento del 13 luglio all’ Arena di Verona:

Accompagnati dall’Orchestra dell’Arena di Verona
e diretti da John Axelrod, Herbie Hancock e Lang Lang
eseguiranno la Rhapsody in Blue, il concerto di Vaughan-Williams,
brani solistici e un repertorio per pianoforte a quattro mani.

HERBIE HANCOCK E LANG LANG
Due icone della musica jazz e della musica classica, i pianisti Herbie Hancock e Lang Lang , suoneranno il 13 luglio 2009 in quella che è la prima data italiana del tour mondiale che li vede impegnati insieme.

Dopo l’enorme successo ottenuto dalla loro interpretazione di Rhapsody in Blue, premiata nel 2008 con il Grammy, il mondo della musica auspicava che i due artisti si incontrassero ancora per portare sui palcoscenici di tutto il mondo la loro geniale esperienza musicale.

Accompagnati dall’Orchestra dell’Arena di Verona, Herbie Hancock e Lang Lang eseguiranno la Rhapsody in Blue, nell’arrangiamento per due pianoforti e orchestra, il concerto di Vaughan-Williams, sempre per due pianoforti ed orchestra, e saranno diretti da John Axelrod. Il programma darà spazio anche a brani solistici e ad un repertorio per pianoforte a quattro mani.

Definito dal New York Times, “l’artista più richiesto nel panorama mondiale della musica classica”, Lang Lang, a soli 26 anni, si è già esibito nei maggiori teatri di tutto il mondo, collaborando con numerosi direttori d’orchestra, tra cui Daniel Baremboin, Pierre Boulez, Roberto Chailly, Sir Colin Davis, Valerj Gergiev, Mariss Jansons, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Seiji Osawa.

Herbie Hancock, con cinquant’anni di carriera folgorante alle spalle e 12 Grammy Awards vinti, continua a stupire il pubblico grazie alle continue e coraggiose sperimentazioni che trascendono ogni tipo di stili. Herbie Hancock inizia a studiare pianoforte all’età di 7 anni e a 11 anni esegue un concerto di Mozart accompagnato dall’Orchestra Sinfonica di Chicago. Dal 1963 al 1968, collabora con il leggendario Miles Davis ed il suo storico Quintetto. Hancock è il primo musicista jazz ad avere esplorato la musica elettronica ed acustica ed è stato anche il primo artista jazz a vincere, con l’album Head Hunters, il disco di platino. L’ultimo Grammy lo ha vinto nel 2008, con l’album River: The Joni Letters, un tributo all’amica di sempre e grande artista Joni Mitchell.

Lang Lang è stato il primo artista cinese a suonare con le Orchestre Filarmoniche di Berlino e di Vienna, oltre ad avere collaborato con le orchestre americane più prestigiose. Nell’agosto 2008, la sua popolarità è diventata planetaria dopo l’esibizione alla cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Pechino.